Diabete malattia silenziosa

Diabete

Il diabete è una malattia che compromette pesantemente la qualità della vita di chi ne è affetto e rappresenta la quarta causa di morte nel mondo.

E’ una patologia nascosta e silenziosa che colpisce, con diverse forme, adulti e anziani, adolescenti e bambini,una delle patologie più diffuse nel mondo, colpisce 250 milioni di persone e fra 16 anni ne colpirà circa 400 milioni. Ogni anno oltre 7 milioni di persone sviluppano la malattia. In Italia i malati sono più di 3 milioni, rappresenta nel mondo la quarta causa di morte con circa 4 milioni di decessi. Inoltre il 50-80% delle persone affette non è consapevole della propria condizione.

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di zucchero nel sangue e dovuta ad un’alterata quantità o funzione dell’insulina. Quando assumiamo alimenti, essi vengono scomposti in glucosio (zucchero) che viene utilizzato dal nostro corpo per regolare il metabolismo e produrre energia. Durante la digestione, il glucosio si sposta nell’organismo attraverso il sangue, fornendo nutrimento alle cellule. Per potere trasferire il glucosio nelle cellule l’organismo ha bisogno dell’insulina, un ormone che viene prodotto dal Pancreas e diffuso poi nel flusso ematico. Nel diabete il funzionamento del pancreas è alterato e ciò comporta una mancanza di insulina che rende impossibile l’impiego del glucosio che genera, da un lato, il suo accumulo nel sangue (iperglicemia) e, dall’altro, la sua eliminazione attraverso le urine (glicosuria).

Esistono più forme di diabete che cercheremo qui di seguito di spiegare.

IL DIABETE DI TIPO 1 colpisce prevalentemente bambini e adolescenti ed è dovuto a una reazione immunitaria diretta contro l’organismo stesso. In questi casi infatti il pancreas non produce insulina perché l’organismo distrugge le beta cellule che la producono. E’ quindi necessario che l’insulina venga iniettata dall’esterno quotidianamente e per tutta la vita.

Ad oggi la causa del diabete tipo 1 è sconosciuta, ma caratteristica è la presenza nel          sangue di anticorpi diretti contro le cellule che producono insulina (detti ICA, GAD, IA-2, IA-2ß). Questa reazione del sistema immunitario verso le beta cellule potrebbe essere legata a fattori genetici che conferiscono una predisposizione a sviluppare la malattia, ma che, per provocarla, devono essere associati a fattori esterni al soggetto, chiamati esogeni, e che sono stati individuati soprattutto in alcuni tipi di infezioni virali.

I sintomi della malattia compaiono improvvisamente: sete sfrenata, aumento della diuresi, febbre, aumento dell’appetito non accompagnato però da incremento di peso corporeo bensì da una riduzione dello stesso. Spesso ci si trova anche in presenza di una condizione di chetoacidosi. Quest’ultima è un’emergenza clinica che si verifica quando, in mancanza di glucosio, le cellule cominciano ad utilizzare massivamente gli acidi grassi per ottenere energia. Se non si interviene immediatamente con la somministrazione di insulina, si progredirà dallo stato di coma chetoacidosico (con il cosiddetto “alito acetonico”, respiro profondo e veloce, pelle secca) alla morte.

La velocità di distruzione delle beta cellule è variabile, per cui l’insorgenza della malattia può avvenire rapidamente in alcune persone, solitamente nei bambini e negli adolescenti, e più lentamente negli adulti (in questi rari casi si parla di una forma particolare, detta LADA – Late Autommune Diabetes in Adults).

IL DIABETE DI TIPO 2 è la forma più comune di diabete, rappresenta circa il 90% dei casi e si manifesta generalmente dopo i 40 anni. La differenza tra diabete di tipo 1 e tipo 2 risiede nel fatto che nel secondo caso il pancreas non produce una quantità sufficiente di insulina o l’organismo non è in grado di utilizzarla in modo corretto.

Il diabete di tipo 2 è causato dal concorso di più fattori, sia genetici che ambientali: fattori genetici ereditari, scarso esercizio fisico, sovrappeso e obesità. Riguardo alla familiarità, circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori o fratelli) affetti dalla stessa malattia.

Di norma questa malattia non viene diagnosticata per anni in quanto i sintomi non compaiono con l’acutezza e la gravità che caratterizzano il diabete di tipo 1 e l’iperglicemia (ovvero la presenza di elevati livelli di zucchero nel sangue) si sviluppa gradualmente. La diagnosi spesso è fatta casualmente nel corso di un’indagine di laboratorio dove si riscontra una glicemia sopra la norma.

I medici possono aiutare a prevenire l’insorgenza della malattia delineando per i soggetti a rischio uno stile di vita adeguato, stabilendo una corretta dieta supportata da un costante esercizio fisico.

IL DIABETE GESTAZIONALE, chiamato anche diabete mellito gestazionale o diabete in gravidanza, è un disturbo che colpisce soltanto le donne in “dolce attesa”: si manifesta infatti quando in una donna si misura un elevato livello di glucosio nel sangue per la prima volta in gravidanza.Il diabete gestazionale si verifica nel 5% circa delle gravidanze; si rileva raramente nelle donne sotto i 25 anni, fino a colpire il 20% delle gravidanze oltre i 35 anni ed è molto frequente nelle donne obese.Di norma tra la 24esima e la 28esima settimana di gravidanza i medici prescrivono esami del sangue per la maggior parte delle donne che potrebbero essere soggette a diabete gestazionale al fine di monitorare la “curva glicemica”.La maggior parte delle donne affette da diabete gestazionale mette al mondo figli sani controllando regolarmente la glicemia, seguendo una dieta sana accompagnata da regolare esercizio fisico che consente così di mantenere il peso forma. Ci sono alcuni casi in cui questi accorgimenti non bastano ed è necessario ricorrere all’assunzione di insulina per gestire la malattia.

Nei pazienti affetti da diabete, il test dell’emoglobina glicata, associato naturalmente a quello che rileva i livelli di glucosio presenti nel sangue(glicemia), si è rivelato particolarmente utile. La sola misurazione dei livelli di glucosio infatti si rivela spesso poco attendibile su lungo raggio, poiché, anche inconsapevolmente, i pazienti affetti da diabete tendono a prestare particolarmente attenzione alla propria alimentazione nei giorni precedenti l’esame: ne consegue che i risultati risultano in qualche modo falsati da questa improvvisa modifica del comportamento alimentare.

Con il test dell’emoglobina glicata, invece, è possibile stabilire il livello glicemico medio su un periodo molto più lungo quindi anche se nei giorni prima dell’esame il paziente assume molti meno zuccheri, questo non sarà per nulla determinante e si potrà comunque riuscire a calcolare la concentrazione di glucosio generale.

Il test dell’emoglobina glicata, inoltre, non prevede alcun tipo di rischio o complicazione e può essere effettuato in qualsiasi momento della giornata poiché il paziente non deve necessariamente essere a digiuno.

Quando i valori dell’emoglobina glicata superano l’8%, allora i pazienti affetti da diabete dovrebbero prestare seriamente attenzione alla propria alimentazione perché siamo in presenza di un rischio davvero elevato. Le complicanze legate alla patologia potrebbero manifestarsi con alte probabilità, quindi in presenza di livelli così elevati conviene consultare immediatamente il proprio medico al fine di provvedere ad un cambiamento del trattamento.

n presenza di alti livelli di emoglobina glicata, i pazienti affetti da diabete rischiano di andare incontro a seri problemi di salute, legati prevalentemente al sistema cardio-circolatorio e vascolare. Aumenta infatti vertiginosamente il rischio di complicazioni al cuore, al sistema nervoso, ai reni e ad altri organi fondamentali, ed i piccoli vasi sanguigni potrebbero andare incontro a danni anche irreversibili.

Per questo motivo i pazienti diabetici dovrebbero prendere molto seriamente i risultati del test per l’emoglobina glicata, onde evitare di andare incontro a problematiche che spesso rischiano di peggiorare sempre di più.

I pazienti affetti da diabete dovrebbero sempre preoccuparsi di mantenere bassi i livelli di emoglobina glicata, per i motivi che abbiamo appena descritto. Per riuscire a mantenere un buon controllo della situazione, è importante svolgere attività fisica, verificare spesso la glicemia e assumere con costanza e regolarità i farmaci previsti dal trattamento prescritto dal proprio medico curante. Altrettanto fondamentale rimane comunque la dieta: tenere sotto controllo ciò che si mangia evitando l’assunzione di zuccheri è fondamentale per diminuire il rischio di alzare i livelli di glicemia nel sangue.

COMPLICANZE dovute al DIABETE

Il punto critico del diabete sono le complicanze, legate alla durata della patologia e al grado di compenso metabolico. Esse possono essere acute o croniche. Le complicanze acute sono più frequenti nel diabete tipo 1 e sono causate alla mancanza di insulina. In questi casi il paziente può andare incontro a coma chetoacidosico, disidratazione e gravi alterazioni ematiche.

In entrambi i tipi di diabete comunque le complicanze acute si accompagnano alle più frequenti complicanze croniche che riguardano diversi organi e tessuti. I più colpiti sono il sistema cardiovascolare, il rene, il sistema nervoso e l’occhio

  • Retinopatia diabetica: è un danno a carico dei vasi sanguigni che irrorano la retina e rappresenta una causa primaria di cecità. Inoltre le persone diabetiche hanno maggiori probabilità di sviluppare malattie oculari come il glaucoma e la cataratta.
  • Malattie cardiovascolari: l’arteriosclerosi presente nei diabetici è diversa da quella riscontrabile nella popolazione generale, colpisce allo stesso modo i grandi e i piccoli vasi del sistema arterioso e presenta una maggiore estensione dei territori colpiti e un inizio precoce. Essendo alto il rischio di malattie cardiovascolari, nei diabetici il controllo della pressione sanguigna è particolarmente importante così come quello dei lipidi (grassi) nel sangue. Per questo, è necessario che le persone con diabete si sottopongano a periodiche visite di controllo, anche in assenza di sintomi.
  • Neuropatia diabetica: è una patologia a carico del sistema nervoso, caratterizzata da intorpidimento e formicolio agli arti, dolenza notturna ai muscoli del polpaccio simile a crampi, diminuita sensibilità e danni agli arti con necessità di amputazione nei casi più gravi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità colpisce circa il 50% dei diabetici. Le complicanze della neuropatia possono colpire il tratto gastrointestinale, danneggiare il cuore ed essere causa di impotenza maschile.
  • Nefropatia diabetica: è costituita da alterazioni che colpiscono in vario grado il rene, riducendo a tal punto la funzionalità renale che, nei casi più gravi, è necessario dover iniziare un trattamento dialitico.
  • Piede diabetico: si parla di piede diabetico quando la neuropatia diabetica o l’arteriopatia degli arti inferiori causano modifiche della struttura dei vasi sanguigni e dei nervi tali da causare problemi a livello degli arti inferiori, soprattutto del piede, a causa dei carichi che sopporta. Questo può renderne necessaria l’amputazione.
  • Complicanze in gravidanza: nelle donne in gravidanza il diabete può determinare conseguenze sul feto (come malformazioni o elevato peso alla nascita) fino a un alto rischio di mortalità prenatale.

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